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Classifica complessiva:
Asfalto ruvido, “alla francese”: versante bellissimo ma davvero ostico.
Strada scelta recentemente anche dalla Ferrari e dalla Mercedes per promuovere nuovi modelli delle proprie auto, questa strada panoramica guarda il mare di Taormina e scalarla all’alba, con il sole che sorge laggiù dietro all’Aspromonte calabrese, regala emozioni uniche.
Il problema è che copre 1.322 metri in 17,8 chilometri, praticamente la stessa lunghezza del versante Nicolosi ma con una pendenza media del 7%. E non è finita qui: perché il versante Zafferana, meno “moderno” rispetto a quello di Nicolosi, non disturbato o peggio distrutto da colate laviche da parecchio tempo, conserva una tipologia di asfalto più antico: grani grossi, tipo asfalto drenante, ottimo per la sicurezza stradale, ma la scorrevolezza si va a far benedire. E attenzione, l’insidia più grossa, è che lungo gli almeno 90 minuti di non trovate alcuna postazione di rifornimento, né un bar, né una fontana per riempire la borraccia, a meno che non si pedali in un giorno festivo quando, a Piano del Vescovo (quota 1.400 metri) trovate i venditori ambulanti di miele e allora un cucchiaino di nettare e una bottiglietta d’acqua non ve lo rifiuteranno: esperienza già provata personalmente.
Dovete sapere infatti che Zafferana è il paese del miele, si allevano api e si produce miele di innumerevoli qualità e varianti, ma attenzione appunto a non farvi sorprendere a metà salita a corto di acqua o cibo, perché la pena è quella di dover fare dietro-front.
Terminato il corso in basolato lavico di Zafferana, con una svolta secca a sinistra la strada comincia a salire subito sopra al 10%, con un rettilineo di ottocento metri fiancheggiato dall’anfiteatro zafferanese. Continuando a salire verso la vetta si transita nell’ordine davanti agli hotel Airone ed Emmaus, per poi lasciarsi alle spalle anche il poligono del tiro al piattello. A quel punto niente più traccia di insediamenti umani, sino in cima sarete solo voi e la vostra fatica.
Anche questo versante, come quello di Nicolosi, è completamente esente da vegetazione ed anche qui, esclusi i duecento metri di piana a quota mille nei pressi del tiro al piattello e gli altri cento metri di piana a quota 1.400 metri di Piano del Vescovo la salita non molla un attimo e sale tutta regolare senza strappi.
Vicini alla meta, sopra quota 1.800 metri, appena qualche pianta di conifere ai lati e soprattutto asfalto rovinato e ancor meno scorrevole di quello che trovate in basso. Poi infine quando intravvedete il cono del Cratere Silvestre potete tirare un sospiro di sollievo, ancora poco più di cinque minuti di scalata e planate nel Piazzale del Rifugio Sapienza che non vedrete mai sino allo scollina mento della salita.
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